02 Maggio 2024

Anno 2022 - Colpo di Fulmine

Anno 2022 - Colpo di Fulmine

Coppa delle Case vinta da: Corvonero

Estate 2019

Dopo aver approntato un rituale che temporaneamente bloccasse la perdita di magia della scuola di New Orléans, i professori dell’Accademia si dedicano a cercare una soluzione definitiva; fra questi è la professoressa Incollingo che sembra aver colto più profondamente le parole degli Orishas e decide di indagare, da sola, nei territori africani.

Autunno 2021

Dopo i due anni di chiusura per la spruzzolosi, l’Accademia riapre finalmente i corsi. La professoressa Incollingo, intanto, è tornata vincitrice dall'Africa, riportato il rituale cui gli Orishas avevano ambiguamente accennato anni prima: appartenente al popolo Yoruba, le parole scolpite nella pietra di un tempio molto ben protetto e nascosto vengono dopo secoli riportate alla luce.

Primavera 2022

Il professor Di Vito completa la traduzione del rituale, scoprendo che si tratta di un antico metodo Yoruba per "accendere" la magia nelle persone che l’avevano bloccata, invocando il potere dell’Axé, l’energia del terreno sacro venerato da quel popolo. Con l’aiuto del Professor Veneruso, il rituale viene modificato affinché la scintilla avvenga nei luoghi invece che nelle persone. Mentre una delegazione di Caput Draconis va a New Orléans per consegnare al Preside Etienne e al Professore di Magia Rituale Beauvoir i reperti originali Yoruba, la traduzione e il rituale modificato, la Professoressa Incollingo pubblica la sua ricerca svoltasi in Africa, ricevendo gran plauso.

27 Aprile 2022

Durante i festeggiamenti per la riuscita della definitiva cura della scuola di New Orléans, la pubblicazione della Professoressa e l’apparente ritorno di fiamma fra Etienne e la preside di Caput Draconis, un fulmine improvviso sorprende tutti i presenti nella stanza della preside dove si trovavano a festeggiare, gettandoli tutti a terra dal forte colpo; ancora scossi, i Professori Ricci e Landini sono i primi a rialzarsi, seguiti poi dalla Preside; più tardi i professori Di Vito e Veneruso riprendono i sensi e tornano in piedi. La professoressa Incollingo, tuttavia, non si alza né si muove. Anche la visita d’urgenza dai medimaghi non cambia ciò che tutti temevano: è con un cenno del capo che il Professor Landini comunica alla Preside la triste dipartita della Professoressa di Storia della Magia.
Distrutto dal dolore, il corpo docenti appronta una veglia funebre in una serra ormai dismessa: la tristissima situazione è interrotta per un breve momento dall'arrivo dell’Auror Marinelli, prontamente chiamato ad indagare sull'accaduto. Attraverso il pensatoio della Preside, il mago osserva i ricordi del Professor Ricci e prende contezza di quanto accaduto dall’Estate del 2019 a poco prima del suo arrivo in Accademia e, con il volto scavato dal dolore, si unisce alla veglia. Come folgorato, la catalessi in cui era piombato il Professor Di Vito sembra abbandonarlo in favore di una rivelazione: la profezia degli Orishas parlava di questa conseguenza di una grande vittoria cui sarebbe seguito un pagamento altissimo. Tuttavia, proseguiva, questo pagamento è un pegno di che sarebbe passato di mano in mano e dunque non c’era scelta né altra voglia nel Professore di Rune se non quella di consegnare il pegno di morte nella mano dell’assassino della donna, vendicandosi: lo sguardo di gelida furia è intercettato dal Professor Veneruso, che comprende le intenzioni e le approva.

29 Aprile 2022

Vengono svolti i funerali della Professoressa Incollingo, e la salma sepolta nella cattedrale di St.Andrews in Scozia.

30 Aprile 2022

L’Accademia celebra un ultimo saluto alla docente assieme a tutti gli alunni e il personale scolastico. L'Auror Marinelli ha inviato un suo collega ad indagare sull'evidente omicidio causato dal fulmine traditore, che è esperto di questo genere di eventi: Massimo Malatesta arriva dunque in Accademia seguito dalla sua tirocinante, ben nota a tutta la scuola, Valentina Niballi.
Per inviare un ultimo saluto, il Professor Landini e la sua assistente Arianna aprono il canale con l’aldilà cercando mandare e ricevere un messaggio dalla defunta Professoressa la quale, con grandissima sorpresa di tutti, appare come spirito in Sala Grande dopo aver fatto udire, involontariamente, i suoi pensieri mentre si trovava in uno strano limbo a forma di Biblioteca. Fra lo stupore di tutti e le lacrime, l'Auror prontamente esamina la situazione e conviene che non si tratta di un fantasma vero e proprio: cosa sia però non sa dirlo. La preside, allora, fa ritirare tutti i professori con una spaesata Professoressa spettrale per tranquillizzarla e cercare di capire cosa sia successo.
Più tardi, quello stesso giorno, l'Auror interroga preventivamente i professori per sapere cosa ricordassero dell’evento e se avessero notato qualcosa di strano nei giorni precedenti. Fra questi, le reazioni più istintive e in certi casi nervosi le hanno la preside e i Professori Veneruso e Di Vito. Nonostante le risposte al limite della maleducazione, nessuno di loro dà alcunché da sospettare all'Auror. Poiché è parsa anche un’occasione “didattica”, l’interrogatorio si è svolto all'insaputa dei soggetti davanti a tutta la scuola, oscurata da un incanto invisibile e che non permetteva di udirne le voci. A causa di una domanda fattagli da una Serpeverde, il professor Di Vito capisce di essere stato ascoltato e furioso corre dall'Auror immobilizzandolo e quasi venendo alle mani. È solo l’intervento della preside che riesce a disinnescare la situazione.

7 Maggio 2022

Poiché la preside nel suo interrogatorio aveva fatto il nome di alcuni studenti che erano entrati nel suo studio giorni prima, l'Auror inizia ad interrogare gli alunni, per sincerarsi che non vi fosse fra loro chi avesse cospirato per inserire una trappola o una maledizione nella stanza.
Quella stessa sera, ai ragazzi vengono dati biglietti scritti con la calligrafia dei loro direttori che li invitavano a trovarsi nel parco della scuola, non senza generare sospetti. Attraverso un’altra serie di biglietti, i ragazzi capiscono quale sia la faccenda: Mira Tempestas, il rituale che riscrive le regole della realtà e che avevano avuto modo di scoprire e utilizzare quattro anni prima contro il mago oscuro Alan Verse. Prima che possano fare qualsiasi cosa, i ragazzi sono sorpresi dall'arrivo improvviso dell'Auror Malatesta che aveva appuntamento con loschi informatori per aiutarlo nelle indagini sull'omicidio della Professoressa: trovatosi però con la scuola, decide di alleggerire il lavoro dando l’incarico a ciascuna Casa di trattare con uno degli informatori, mentre lui avrebbe trattato con i rimanenti. Una volta acquistata la loro fiducia, i loschi tipi vanno via lasciando all'Auror qualche stralcio di informazione e l’immagine di uno degli scaffali nella stanza della Preside.
Liberi dalla supervisione dell'Auror, i ragazzi ricevono un ennesimo biglietto che li sprona a fare ciò che devono in sala grande e che i professori li stanno aspettando già da tempo. Una volta giunti nella sala, lo spettacolo è inequivocabile: su un tavolino ci sono cinque ingredienti e delle frasi scritte su di un foglio mentre al centro della stanza, disposti a triangolo, stanno i Professori Landini, Ricci e Di Vito nella trance indotta dall'evocazione della Mira Tempestas: la richiesta fatta al rituale è semplice, cancellare l’evento della morte dell’amata Professoressa. Non potendo fermare il rito, mentre alcuni studenti restano sulla soglia contrari all'atto, altri corrono a completarlo: nel mezzo dell’opera, però, maghi ammantati di nero irrompono nella Sala Grande pietrificando tutti e schiantando i Professori, vanificando così il rituale e la sua preparazione; fanno per smaterializzarsi, salvo accorgersi che non funziona, e così prendono la fuga correndo via verso i cancelli dell’Accademia. Inseguiti dai ragazzi, alcuni di loro vengono presi, altri fuggono non senza aver quasi ucciso lo studente Matteo; purtroppo, i due catturati non sembrano avere molte informazioni, ma Malatesta viene fatto arrivare di volata e li porta con sé per spremerli be bene. La preside, lasciata all'oscuro di tutto, raggiunge il parco dopo aver udito il clamore della battaglia e scopre tutto ciò che era accaduto: furiosa, promette che il giorno successivo ci sarebbero state conseguenze.

8 Maggio 2022

Convocata d’urgenza un’assemblea straordinaria, la Preside urla di non fidarsi del giudizio dei suoi professori poiché hanno dimostrato di essere così sconsiderati da coinvolgere la scuola in un rito pericoloso e che ha attirato oppositori; pertanto, annulla tutte le cariche di Prefetti e Caposcuola e decide ella stessa chi deve essere e in quale casa, mescolando tutto con grande disappunto degli studenti.
Malatesta, lì presente, chiede agli studenti di preparare un rituale interrogatorio assieme al Professor Landini per aiutarlo nelle indagini, visto che la scuola si è dimostrata così spinta a scoprire il mistero dietro la morte della Professoressa. Una volta che l'Auror lascia la Sala Grande il Professor Di Vito, rimasto solo con gli studenti, annuncia che chi volesse davvero fare qualcosa di utile per la scuola lo avrebbe dovuto seguire, mentre gli altri avrebbero continuato a correre dietro l'Auror: un piccolo gruppo di ragazzi si alza e lo segue.

8 Maggio 2022: le indagini dell'Auror

Aiutato da Arianna, sotto la supervisione del Professore di Divinazione la scuola nella sua quasi totalità esegue una per volta le lunghe preparazioni e i pezzi che costituiscono la grande divinazione da farsi più tardi nella giornata, alla quale i ragazzi stessi dovranno essere sottoposti. Questo, per scongiurare con massima sicurezza il possibile coinvolgimento dei ragazzi con gli aggressori della sera prima: poco prima dell’alba, infatti, la stessa divinazione era toccata a loro, ed era stata strutturata di modo che lasciasse un criterio tangibile di cooperazione di intenti e metodi; se, dunque, i ragazzi non avessero soddisfatto tale criterio, sarebbero emersi innocenti perché slegati dai maghi aggressori. Così, infatti, avvenne.
Una volta accertatosi della totale estraneità dei fatti della sera prima da parte del corpo studentesco, Malatesta condivide con gli alunni i ricordi ottenuti dal Professor Ricci, fidandosi della volontà dei ragazzi di aiutare nelle indagini; Dopo qualche discussione, l’attenzione di tutti verte su uno scaffale dell’ufficio della Preside, scaffale il quale era stato anche ritratto nell'immagine di uno degli informatori. Dopo aver deciso di analizzare gli oggetti lì presenti, gli studenti credono sia d’uopo utilizzare una pozione per rivelare tracce di magia oscura particolarmente infida che un Revelio non possa mostrare: con l’aiuto del Professore di Pozioni, approntano tale filtro e vi immergono uno ad uno le suppellettili; di queste l’unica a reagire, tingendo di nero il liquido, è una piccola torre. Sotto lo stupore di tutti, è chiaro quello essere il veicolo dell’incantesimo omicida: di tutta risposta, l'Auror chiede ai ragazzi del tempo per seguire le tracce di magia dell’oggetto a ritroso, sfruttando dei metodi a lui noti, e lascia temporaneamente la scuola. Si conclude così questa prima giornata di indagini.

8 Maggio 2022: l’opera segreta

Privo della complicità del Professor Veneruso, allontanatosi per seguire la propria vendetta e recupero di informazioni (poiché non condivideva le intenzioni del collega che di lì a poco avrebbe manifestato agli studenti), il Professore di Rune conduce i ragazzi che hanno scelto di seguirlo nella vecchia serra dove la settimana prima si tenne la veglia per la morte della Professoressa. Con il supporto del Professore di Pozioni, ignaro degli scopi del collega, e sotto lo sguardo perplesso del "fantasma" della Professoressa dipartita, il piccolo gruppo viene sottoposto a prove per testare la fiducia nei confronti del Professore: al termine di queste, viene fornito loro del Veritaserum per accertarsi che abbiano intenzione di proseguire in questo viaggio al buio con la promessa di rivelazione più tardi; a dimostrazione dell’abnegazione, il Professore di Rune beve la pozione come gli altri. Il Professor Ricci viene condotto da questi fuori dalla stanza e Obliviato.
Più tardi, dopo che anche i ragazzi della serra hanno preso parte al rituale di divinazione, il Professor Di Vito li richiama a sé e sottopone il gruppo, stavolta con il supporto del Professor Landini, a crude prove di coraggio che testano all'estremo il corpo e lo spirito degli allievi, salvo poi dar loro da bere un tonico che ne ripristina la salute di entrambe le parti. Congedato il Professore di Divinazione, e Obliviatolo, Di Vito svela ciò che nella sala era nascosto da un velo: il cadavere perfettamente conservato della amata Professoressa Incollingo. Davanti al corpo di lei, invita tutti a stringere un voto infrangibile che impedisce loro di svelare agli altri ciò che hanno fatto, ciò che dovranno fare, e che lo porteranno fino in fondo: far ritornare nel mondo dei vivi, anima e corpo, proprio la Professoressa.
Infatti, se nel Professore di Rune il desiderio di vendetta era elevato al tempo del funerale, l’apparizione dello spettro dell’amata modifica le intenzioni sue e di Veneruso, verso una resurrezione per mezzo della Tempestas, avendo loro qualcosa di più tangibile dello spirito della Professoressa. Il cadavere era rimasto in Accademia all'oscuro di tutti, incapace com'era il Professore di separarsi dalla donna, almeno finché non fosse stata fatta giustizia. Dopo l’interruzione della Mira Tempestas, Veneruso aveva espresso l’intenzione di seguire altre piste per cercare il criminale, mente il Professore di Rune di continuare a cercare un modo per riportarla tra loro: ecco, dunque, perché poi il giorno dell’8 Maggio, i due professori erano separati, uno a scuola e l’altro a Londra.
Dunque, per riportare La professoressa in vita, la prima cosa da fare sarebbe doveva essere quello di indagare su cosa fosse quel corpo etereo che si aggirava nella scuola: un particolare strumento avrebbe dovuto essere usato, ma richiedeva tempo di ricerche; i ragazzi vengono perciò congedati fino a nuovo ordine.

8 Giugno 2022: le indagini dell'Auror

Dopo un mese in giro per il mondo, Malatesta torna a scuola dicendo di essere arrivato fino nel Benin, nel sito ritrovato dalla Professoressa, seguendo la pista magica: alla dichiarazione che il luogo era in rovina, e distrutto, la Preside rispose che non era affatto così quando la collega lo aveva ritrovato: qualcuno aveva demolito il luogo, forse la stessa persona che poi ingegnò la maledizione. Con un atto di magia, Malatesta rese visibile come neri cristalli i segni del potere inseguito fino in Africa e rimasti attaccati a un pezzo di macerie del luogo di culto e con sua grande sorpresa trova assieme agli studenti che la scuola ne era piena: in alcune zone sembrano più concentrati e in altre meno, ma sempre troppi. Non ci sono dubbi, sulla scuola grava una maledizione terribilmente estesa.
Più tardi, ritrovato lo spirito della Professoressa, gli studenti cominciano ad interrogarla, e nelle sue parole ora confuse ora molto nitide, emerge uno schema che coinvolge i ricordi di lei: più è vicina al Professor Ricci e alla vecchia serra (dove, all'insaputa dei ragazzi, si trova il Professor Di Vito), più questi si fanno precisi e la donna sembra tornare completamente presente a sé stessa. Scoperto ciò, Malatesta manda a chiamare il Professor Di Vito, dopo che Ricci rivela essere nella vecchia serra, un posto di scarsissimo interesse salvo che per la sera della veglia funebre. Quando alcuni ragazzi tornano privi di memoria e di interesse da quel luogo, Malatesta capisce lì esserci alcune barriere magiche e, rompendole, fa uscire un furioso e freddo Professor Di Vito: dopo un teso diverbio, ma calmo, D Vito non rivela cosa stia facendo e anzi, torna dentro sbattendo la porta. Come per incanto, l'Auror e tutti i ragazzi con lui, perdono interesse completamente nella serra, e dimenticano il motivo per cui erano arrivati fin lì: reputandolo la struttura inutile ai loro fini, ne abbandonano i confini.
Tornati a dedicarsi alle indagini, l'Auror prende Landini e Ricci per discutere sul fatto che non vedano Di Vito da tempo e la Preside, rimasta sola coi ragazzi, decide di agire: tramite un rituale e una creatura alata dell’Amazzonia, prestatale mesi addietro dagli sciamani locali, coinvolge la scuola in un rito silvestre per attingere ai poteri di questa e rendere manifeste le maledizioni e le oscurità della magia. Con sorpresa di tutti, nei cavi neri appaiono a delineare un percorso: dapprima un sentiero conduce dalla sala grande ai giardini, poi questo si triforca; un sottile cavo lega il trivio alla Preside, uno più spesso conduce fino alla porta della serra, e uno molto grosso si perde nel vuoto di un angolo di un palazzino. Incredula di essere ella stessa maledetta, la Preside urla il fallimento dell’incantesimo dando la colpa ai ragazzi e va via, mentre questi, una volta tornato l'Auror, decidono di concentrarsi sul grande cavo, poiché la serra e ciò che vi era contenuto, non sembrava essere importante. Tuttavia, era chiaro: la preside e il Professor Di Vito erano maledetti, con differenti intensità. Non sapeva che pure il Professor Veneruso portava i segni gravi della stessa maledizione, ma la magia del rito della Preside non poteva certo condurre i ragazzi fino a Londra. Ricci e Landini ne erano immuni, gli unici che avevano conservato un atteggiamento costante dallo scoppio del fulmine: il primo, per la ritrovata pace interiore dopo aver smesso di essere dipendente dalle pozioni che si creava per non affrontare il trauma dopo la morte e il ritorno in vita dopo la prima Mira Tempestas e l’altro per la grande forza mentale scoperta dopo il coma al San Mungo indotto dall'aver penetrato la mente e i ricordi di Alan Verse nel 2016. Di Vito, Veneruso e la Preside, invece, nel corso del tempo avevano cominciato a comportarsi sempre peggio e stranamente: in qualche modo, quindi, la maledizione che aveva ucciso la Incollingo stava “incattivendo” alcuni dei professori.

8 Giugno 2022: l’opera segreta

Dopo un mese di ricerche, il gruppo è nuovamente convocato per svolgere la prima parte del suo dovere, scoprire cosa sia lo spirito della Professoressa, poiché l’osservazione dell'Auror del mese prima è stata troppo vaga. Dopo aver invocato l’amata e spiegatole cosa egli e i ragazzi andranno a fare, il rituale ha inizio; nella sua brutalità, ferisce del pari i vivi e lo spirito della donna, costretto a sanguinare da uno speciale coltello. Una volta spalmato sugli occhi, tale icore spettrale rivela al Professore la verità: fili legano lui con la donna ed escono dalla serra, uno andando in direzione di Ricci, uno fuori dai cancelli e uno dentro l’ufficio della preside: correndo nella stanza, trova il filo legarsi al recipiente utilizzato per evocare la Mira Tempestas nel 2018; riportatolo alla serra, assieme al gruppetto di ragazzi cercano di comprendere il significato di ciò. Viene rivelato dal professore che il rituale gli ha dato consapevolezza sullo stato dell’amata: ella è pura anima, non un fantasma né altra aberrazione mortifera. Attraverso numerosi esperimenti e rituali, giungono alla conclusione: dopo il rituale del 2018, parte dei quattro Professori coinvolti si è legato indissolubilmente al recipiente, che funge da Horcrux comunitario: la loro anima non può svanire fintanto che anche solo una delle cinque parti è viva, né il recipiente può essere in alcun modo infranto fintanto che i professori sono su questo piano. L’anima della Professoressa è stata tirata di forza da questo "Horcrux" quando Landini ha aperto il velo durante la commemorazione: chissà entro quanto sarebbe tornata spontaneamente su questo piano di esistenza, se il velo non fosse stato mai aperto con la forza?
La conclusione cui tutti giungono è presto detta: non serve compiere magia proibita, poiché si dispone di tutte le componenti necessarie: anima e carne. Esiste un rituale, Di Vito rivela, che permette di cucire l’anima col corpo stando a quanto letto da qualche parte. Poiché è un affare complicato, chiede tempo per ritrovare le fonti, aggiornando la riunione del gruppo.

8 Luglio 2022: le indagini dell'Auror

Dopo aver trascorso un mese a ripassare ogni genere di maledizione, i ragazzi e l'Auror decidono di affrontare l’oscura presenza segnalata dal nero cordame, in quel remoto angolo. Compreso che si tratti di un incanto costantemente alimentato (una maledizione di tal fatta necessita che venga lanciata con regolarità per conservarne gli effetti demonici), il gruppo cerca inutilmente di svelare cosa ci sia nel punto segnato dal laccio nero, venendo sbalzato via ogni volta che prova ad interagire magicamente con quella zona di muro. Grazie alla proposta di Landini e Ricci, che decidono di combinare le loro arti, viene elaborata una pozione dalle proprietà divinatorie la quale, attaccando la barriera in maniera non convenzionale, svela cosa ci sia oltre questa e finalmente la corrode. Una torre prima invisibile ora sta lì, ferma, a pompare magia nell'Accademia: è un modello molto più grande di quella trovata fra gli scaffali della Preside, evidentemente il trasmettitore madre. Piazzato da chissà quanto tempo che ha inviato il fulmine al piccolo oggetto nella stanza dell’omicidio. Poiché oggetto pericoloso, piuttosto che destreggiarsi con esso, l'Auror e i ragazzi decidono di approntare una trappola attorno alla torre, così da prendere in castagna chiunque venga a rimpolpare la maledizione (probabilmente lo stesso assassino della Professoressa): così fanno, e attendono.
Non molto tempo dopo, Valentina arriva trafelata ad annunciare ai ragazzi che qualcuno è stato preso nello stratagemma, e che Malatesta è corso a chiamare rinforzi dal ministero. Giungi presso la torre, un mago ammantato di nero e con la maschera d’oro sta lì accanto: spavaldo e sfacciato, si libera con nonchalance dalla trappola e comincia a conversare con i presenti, come se invece che essere interrogato fosse lui quello a fare domande. In questa strana e perversa conversazione. Egli rivela di essere la Torre, e che Alan Verse non era altro che un idiota incapace, alludendo ad una conoscenza pregressa: è solo con l’intervento della Preside che, attingendo al suo retaggio di Veela, sembra attivarne le doti e far venir meno tutta la volontà e i segreti del mago: ciò che riesce a dire prima di capire l’errore commesso è che lui ed Alan Verse fanno parte di un più grande "noi", e che è arrivato all'Accademia in quell'esatto momento per assicurarsi che il proprio lavoro venga portato a termine, senza che nessuno possa disfarlo. Detto questo, si libera agilmente dai blocchi impostigli dai ragazzi e fugge via, seguiti da loro e dai professori, in Sala Grande.

8 Luglio 2022: l’opera segreta

Svolte le dovute ricerche e messo in infusione uno dei componenti necessari per un mese, il rituale può ora cominciare. Con aghi e fili incantati e imbevuti delle essenze della Professoressa, l’anima di questa viene ricucita al corpo, ma ella non si sveglia. Colto da furia e disperazione, dopo aver insultato gli studenti il Professor Di Vito ordina loro di mandare a chiamare Landini, Ricci e la Preside (che intanto stavano dando disposizioni per la pozione contro la barriera). Al loro arrivo, essi osservano il defunto corpo della Professoressa, e comprendono con orrore e sgomento cosa Di Vito stesse cercando di fare. L’analisi del professore di Divinazione rivela che l’anima della Incollingo è regolarmente nel suo corpo, ma ora risulta in un misto fra sonno e morte, e le manca qualcosa per svegliarsi. Con sorpresa di tutti, il corpo della Professoressa inizia ad accusare i segni del tempo della decomposizione: l’incantesimo gettato dal Professore di Rune per preservarlo funzionava fintanto che il corpo era da considerarsi oggetto, privo di umanità. Ora che questa era tornata con l’anima, pian piano la magia non sarebbe bastata ad allontanare i morsi del tempo. La questione era urgente: o la Professoressa si sarebbe risvegliata di lì a poche ore, o il suo copro sarebbe deperito irrecuperabilmente. Con il benestare della Preside, Di Vito e i ragazzi si mettono in moto.
Dopo alcune discussioni, è chiaro che ciò che manca è la scintilla vitale, e così diventa manifesto l’atto necessario: consegnare una vita per ottenerne una in cambio. Pertanto, il Professore ordina che uno studente venga preso fra gli altri fuori dalla serra e portato lì dentro, dove sarebbe stato sacrificato. I ragazzi, giustamente vivendo minuti di amarezza e rabbia, frustrazione e sdegno per essere legati da un patto ingiusto e guidati da un Professore sempre più fuori controllo e amorale, non possono fare altro che eseguire: contravvenendo al comando di prenderne uno casuale, la Serpeverde Nik si dirige apertamente verso il Corvonero Matteo e dopo un Imperio, lo conduce prima dai ragazzi in attesa, e poi tutti assieme lo scortano, con la morte nel cuore, al cospetto del Professore. Fra i singhiozzi di molti, egli assaggia il sangue dello studente ma il liquido viene sputato e schifato: non è buono, non è giusto. Così, il Professore sempre più bestiale assaggia il sangue di alcuni dei suoi ragazzi e capisce che la devozione alla causa e il patto hanno reso loro idonei al sacrificio. Rimandato Matteo fuori dalla stanza e fattolo obliviare, appronta un rituale con gli studenti affinché ciascuno dia una frazione della propria scintilla vitale così che nel recipiente preposto vi sia abbastanza sangue e vita da simulare un’intera persona.
Dopo aver meditato, giunge il momento di offrire quella “vita comune” per la Professoressa: il rituale ha inizio, ma nel momento in cui bisogna consegnare l’alito vitale contenuto nella ciotola, una figura in nero spinge a terra il Professor Di Vito, rovesciando tutto il sangue: la fame del rituale non è saziata, e il lavoro di mesi è andato in fumo.

8 Luglio 2022: di nuovo insieme

Tutta la scuola entra nella Sala Grande, dove con orrore scopre il cadavere della loro professoressa circondato da studenti in chiara disposizione rituale, e a terra Di Vito col sangue e la coppa rovesciati. La Torre, vanagloriosa, si dice soddisfatta di essersi assicurato il non ritorno della Incollingo. Compiendo rituali su sé stesso per infondersi di una carica di magia molto più bestiale ed elevata, Di Vito colpisce alle spalle l’avversario pavone invaso dalla furia: una maledizione di sua invenzione che ricrea gli effetti dei molteplici tipi di veleni nei serpenti paralizza l’avversario portandolo ad una morte fra atroci agonie e mentre il professore sta per spegnere la fiamma vitale del mago oscuro, il corpo della Professoressa ha i primi spasmi. Allontanatosi per constatare l’avvenimento, è coinvolto in un duello serrato con la Torre ora ripresasi; infame, il mago oscuro prima cerca di colpire gli studenti accanto alla salma della Incollingo, poi quelli che sono entrati nella Sala Grande con lui: i tentativi non riescono grazie alle protezioni di Di Vito da un latro e dagli altri professori dall'altro. Inviperito dalla sfrontatezza della Torre, il professore di rune si lascia andare alla furia cieca che i rituali di potenziamento gli avevano concesso e passa ad uno stile di combattimento molto più aggressivo e spietato, colpendo solo per uccidere; sfodera, inoltre, la sua seconda bacchetta e comincia a colpire con entrambe il nemico, il quel sembra resistere persino ad un assalto così forsennato. Tuttavia, dopo numerosi scambi di sortilegi il mago comincia ad accusare la fatica e, vuoi per l’effetto della tortura precedente, vuoi per la furia dell’assalto, vuoi per la potenza di un particolare incanto, accusa un colpo che si rivelerà letale e crolla a terra esanime: la sua maledizione è rotta, e poiché il rituale era ancora in corso, la dipartita del mago viene accettato come pegno di vita, e la scintilla si riaccende nella Professoressa.
Benché una cosa buona si sia ottenuta, nessuno degli studenti sembra particolarmente felice, scioccati e spaventati da ciò cui hanno assistito. Mentre alcuni fanno riprendere la Incollingo, altri scaricando mesi di tensioni e dubbi, e un grande diverbio si accende fra i presenti. DI Vito, libero dalla maledizione, non può far altro che prendere consapevolezza delle atrocità commesse in questi mesi, così come la Preside, che riconosce il suo approccio così esageratamente dispotico come frutto dello stesso maleficio.
In un breve momento di pausa, la scuola esce dalla Sala e si reca in giardino, osservando che la torre attorno a cui avevano piazzato la trappola è adesso in frantumi: al centro di essa campeggia l’immagine del diavolo come impressa nei tarocchi. Il collegamento dei ragazzi è immediato: a partecipare a quella maledizione vi è stato anche lo zampino de Le Diable de la Nouvelle Orléans, il mago che aveva quasi annientato la magia della scuola in Louisiana. Con la Torre, il Diavolo e Alan Verse che aveva il simbolo dell’Appeso, i ragazzi sospettano che questo “noi” di cui faceva parte il mago appena morto deve essere collegato ai tarocchi. Non solo: la Torre è nota, nelle carte, per creare un evento che distrugge gli equilibri, mentre il Diavolo libera le parti tenute a freno. Dunque, questo era il piano: da un lato uccidere la Professoressa per distruggere lo status quo, e dall'altro togliere le catene della morale al resto dei professori, per portarli probabilmente in una spirale di auto sabotaggio.
Le scoperte dei ragazzi non aiutano l’umore dell’Accademia: amici che si sono visti accusare di negromanzia, il sacrificio di Matteo rivelato, creano una divisione netta fra i due gruppi di studenti. Dopo aver cercato con le buone di placare gli animi, la Preside ferma la lite in corso con la promessa che potranno chiarirsi una volta che i ragazzi della serra e i professori si fossero ripresi e guariti.

9 - 10 Luglio 2022

Dopo gli intensi eventi del giorno prima, i ragazzi del professor Di Vito, egli stesso e la Professoressa trascorrono giorni in infermeria a riprendersi; a loro si unisce Veneruso subito tornato dalla Gran Bretagna non appena la maledizione è stata sciolta. Fa visita ai professori l'Auror stesso, che informa sulla situazione a livello ministeriale e abbatte le protezioni sulla vecchia serra. Una volta ripresisi i ragazzi, in Sala Grande continua il confronto fra i due gruppi in cui la scolaresca si era divisa, cercando di arrivare a comprendere le posizioni gli uni degli altri. Un particolare incantesimo lanciato dalla Sala costringe gli studenti a non potere abbandonare la stanza finché non siano giunti ad un punto d’accordo, se non a una riconciliazione; perno focale dei dissapori è la notizia che fosse stato richiesto il sacrifico di uno studente, preso a sua insaputa e imperiato, e tanto più che questo non fosse stato scelto a caso ma a fronte di una precisa volontà di Nik, membro del gruppo di Di Vito che, contravvenendo agli accordi con i suoi compagni, aveva deciso un bersaglio specifico. Così, alla morale di gran parte della scuola fa eco la dedizione e l’impossibilità di sottrarsi all'atto del gruppo che era nella serra. Questa posizione, benché rivelatrice di forti caratteri dediti all'abnegazione per una causa (a detta di alcuni studenti), non soddisfa pienamente lo studentato, ma quantomeno sembra intravedersi un percorso di riconciliazione una volta che i ragazzi della serra avessero superato il trauma e fatto i conti con la propria coscienza.

11 - 14 Luglio 2022

Nei giorni successivi, continuano gli incontri fra studenti che vanno creando nuove alleanze e forse un ponte di conciliazione.

15 Luglio 2022

L’'Accademia, provata dai pesanti mesi, fa svolgere gli esami finali e chiude per l’estate, non senza pensieri dolceamari.

29 Luglio 2022

Durante un incontro per ritrovarsi e discutere a mente fredda dei fatti occorsi e delle ultime novità, il corpo docente, l'Auror Malatesta e Valentina vengono sorpresi dall'intero studentato; i ragazzi, complici i passaparola e la permissività del Custode Stefano, vengono a sapere dell’incontro e grazie a un paio di orecchie oblunghe entrano nella scuola ora chiusa per ascoltarlo di nascosto. Ignari di essere uditi, i professori e l'Auror si aggiornano reciprocamente; a causa della maledizione che privava del controllo sulla morale e sulle azioni, Di Vito, la Preside e Veneruso vengono dichiarati non perseguibili: il professore di DCAO, infatti, aveva portato strage in Inghilterra e in Germania nei mesi in cui era fuori dall'Accademia per trovare indizi e vendette, ebbro dell’incanto della Torre e de Le Diable. Inoltre, Malatesta ha convinto il ministero a non indagare oltre sull'accaduto, con la speranza che quel gruppo di oscuri individui possa uscire allo scoperto non sentendosi pressato: mentre l'Auror in segreto indagherà con un ristretto gruppo di fedeli suoi colleghi, Valentina resterà in Accademia a fare da ponte fra questa e Malatesta, creando un canale rapido e costante. A fronte delle profuse scuse pentite di Di Vito il quale non può fare altro che sentirsi responsabile benché vittima di sortilegio, fa eco la volontà della Preside di non sospendere né rimuovere dall'Accademia né lui né Veneruso; in uno scambio di rinnovata alleanza fra i professori e l'Auror, che ora costituiscono un solo fronte, il esce dalla stanza e, sorpresa! Ad accogliergli quasi tutta la scolaresca. Ritrovatisi faccia a faccia con i docenti, i ragazzi chiedono un aperto confronto: i ragazzi si dichiarano pronti per essere inclusi in tutto quello che sta accadendo, e che sono ormai troppo coinvolti per tirarsi indietro, benché nessuno di loro sembri volerlo. Dopo aver riflettuto sulle posizioni degli studenti, i docenti convengono cdi tenere la scuola sempre meno all'oscuro di tutto e di prepararla a dovere a scontrarsi con quel gruppo di maghi, dovessero ritornare. Ora che i fatti occorsi sono stati resi pubblici non volendo, con tutti i dettagli del caso, non resta che cominciare un nuovo anno il 15 di settembre con la consapevolezza che il pericolo da affrontare non sono più semplici maghi oscuri vendicativi, ma una rete, un “noi”, di perversi aggressori: quale sia l’obiettivo di questi, però, nessuno l’ha ancora compreso, né è chiaro il motivo per il quale la Torre volesse vedere morta la Professoressa o perché avesse distrutto il sito da lei scoperto: è forse invidia? La donna è arrivata prima di lui a prendere ciò che custodiva? E Perché, se fosse così, quel “noi” stava cercando il contenuto del sito? Questi interrogatori chiudono un anno intenso e lasciano un presagio di venti malvagi all'orizzonte per i mesi successivi.

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