19 Aprile 2024

Anno 2019 - Ordine Scatenato

Anno 2019 - Ordine Scatenato

Coppa delle Case vinta da: Serpeverde
Aver liberato la scuola e i luoghi da Alan Verse è stato motivo di merito per i Professori coinvolti e la Preside, tanto da ricevere l'onorificenza più prestigiosa: “Ordine di Merlino, Prima Classe”. La notizia rimbalza su tutti i giornali del mondo e grazie alla fama così acquisita la succursale italiana di Hogwarts, discutendo con la Preside inglese Minerva McGonagall, si stacca dalla scuola scozzese e diviene una realtà autonoma: nasce così L’Accademia di Specializzazione e Avanzamento Magico Caput Draconis.
Per restare in buoni rapporti con la precedente istituzione, e per garantire tale distacco, si è stabilito che lo smistamento verrà eseguito al modo inglese, e per il giorno di inizio dell’anno scolastico (circa due settimane più tardi di Hogwarts) ci verrà imprestato il Cappello Parlante, che prontamente verrà poi riconsegnato; inoltre, essendo l’Accademia una scuola avanzata, raccoglie anche e soprattutto studenti che già abbiano svolto un primo percorso di studi, dando però la precedenza alle iscrizioni degli allievi di Hogwarts.
Ebbene, in uno dei giorni segnati dalla nuova scuola, la Preside Pallone sente una voce nel proprio ufficio: con sorpresa scopre provenire da un ciondolo in suo possesso, ricordo del suo innamorato d’altri tempi, Étienne. Questi è ora il Preside della prestigiosa Scuola di Magia di New Orléans Mọ Atijọ e l’ha contattata attraverso i loro medaglioni gemelli, regalo dei tempi in cui erano fidanzati. Nella sua scuola si stanno verificando perdite di magia continue, e più passa il tempo meno potere sembra aleggiare sulla terra dell’accademia di New Orléans.
Avendo avuto notizia dei professori di Lia e sperando di fare ancora breccia nel suo cuore, Étienne contatta la Preside per chiederle aiuto nel ripristinare il normale flusso di magia, che qualcosa sta lentamente succhiando via come avesse creato una perdita nel “serbatoio” di potere che è la scuola stessa. Prima di salutarla le dice che invierà il professor Beauvoir, insegnante di Magia Rituale (assimilabile alla materia di Difesa contro le Arti Oscure di Hogwarts), all’Accademia Caput Draconis per spiegare in dettaglio la questione e il pericolo che New Orléans sta correndo.
Lia raduna i professori e li aggiorna su questo ennesimo compito che devono svolgere: non sono presenti tutti, poiché Laura è in Scozia a riprendersi dagli eventi dell’anno precedente; sono infatti tutti molto provati dall'esperienza di morte avuta ad opera di Alan Verse durante la Mira Tempestas e hanno sviluppato disturbi da stress post traumatico: Luigi è diventato paranoico all'inverosimile sentendosi responsabile di aver portato il mago oscuro nel nostro tempo, anni prima; Simone ha trovato conforto nelle pozioni alcoliche per sopportare la vita, Laura si è estraniata da tutto e tutti rifugiandosi in Scozia. Il solo professor Di Vito, unico a non essere stato ucciso, non sembra accusare tale disturbo.
Ad ogni modo, cominciano i preparativi per salvare la scuola di Mọ Atijọ fra rapporti tesi e litigi fra i professori, ancora scossi dall'anno precedente e in visibile disagio nell'essere tornati ad insegnare. Dopo aver studiato la cultura di New Orléans per mesi, i professori chiedono ai ragazzi di aiutarli in un particolare rito: Jacopo, l'insegnante di Rune Antiche, ha infatti convinto i propri colleghi a organizzare una possessione spiritica; verranno evocati al modo del Voodoo, della Santeria e del Candomblé quattro Orishas, dèi dell’Africa, che secondo le leggende presiedettero alla creazione del mondo e della magia; questi possiederanno, perciò, i professori stessi, i quali fungeranno da tramite e accoglieranno la preghiera degli studenti di ripristinare la magia nella scuola di New Orléans che li venera.
Il rituale non va come previsto poiché gli dèi sono innervositi dall'essere stati chiamati così scioccamente in una forma che non è quella giusta per esaudire le richieste dalla scuola: prima di abbandonare i corpi ospitanti, ciascuno dei quattro lascia un indizio velato su cosa dovrebbe essere davvero fatto. In ultimo, l'Orisha che avrebbe dovuto possedere completamente il corpo del professore di Rune, non lo fa e si limita a parlargli nella testa lasciando che questi riferisca un messaggio profetico, che recita così:

"Colui che conosce i Destini, colui che assistette alla creazione questo dice, che il passato degli Orishas è il luogo delle risposte, che calcherete strade dimenticate arse dal sole, sulla costa e nel verde. Orunmilà che conosce i Destini, Orunmilà che assistette alla creazione, Orunmilà che è un tutt'uno con Ifà, questo dice: la vittoria verrà ripagata con la moneta più amara, ma è un pegno che passa di mano in mano, e anche le torri più resistenti capitoleranno. Questo ha detto Orunmilà che chiude la porta per gli Orishas."
Terminata la possessione, la scuola è perplessa: non solo non ha funzionato, essendo la richiesta non esaudita, ma i professori (Jacopo a parte) hanno riportato shock per aver fatto da ospiti dello spirito degli dèi. Storditi e indeboliti, vanno a riposare. La mattina dopo Lia è furiosa perché non solo hanno combinato un disastro che non ha portato a nulla, ma il rituale, forse per ripicca da parte degli stessi dei, ha indotto una temporanea dissoluzione della magia nel perimetro della scuola, che è perciò costretta a cambiare sede finché la terra non si sarà ripristinata. Non solo: i professori sono spinti dalla Preside a trovare immediatamente una soluzione che funzioni, così da non far sfigurare la scuola nei confronti di Étienne, sia come orgoglio di Preside verso Preside, sia come rivalsa da parte di Lia nei confronti dell’amante che anni prima l’aveva tradita, lasciata e sposato un’altra (da cui poi aveva divorziato).
Gli studenti si dividono in gruppi per approntare questa nuova magia che i professori costruiranno: più rapida ma meno efficace, avrà il solo scopo di fermare la perdita di potere nella scuola di New Orléans, senza però ripristinarne la quantità esaurita. Quanto al professore di Divinazione, invece, egli dovrà organizzare un oracolo che riveli chi si nasconda dietro il crimine perpetrato ai danni di Mọ Atijọ.

Il rituale che dovrà fermare il depauperamento prevede che alcuni studenti bevano un veleno appositamente modificato che renda i ragazzi che lo bevono e solo loro (poiché lo hanno incantato e legato a sé personalmente) vittime di un sonno magico, e non li uccida come invece farebbe a chiunque lo ingerisse senza averlo prima legato a sé secondo i dettami del professor Ricci, pure che assuma la stessa dose degli altri (già modificata per mitigare gli effetti e ridurli al solo sonno).
Altri studenti, invece, staranno a guardia del cerchio rituale, capeggiati dal professor Veneruso, ad evitare che la magia evocata si disperda fuori dal cerchio o che qualsiasi forza estranea vi entri; il gruppo della professoressa Incollingo, invece, dovrà occuparsi di creare un canale di collegamento fra il cerchio rituale e la scuola di New Orléans, sfruttando i ciondoli gemelli della Preside Lia e di Étienne; infine, il gruppo del professor Di Vito dovrà prendere la magia di stasi generata dal veleno nel corpo degli studenti e trasferirla nel canale di collegamento affinché la scuola di Mọ Atijọ si stabilizzi.
Il tutto ha inizio, ma quando Simone sta per bere la propria dose di veleno, viene spinto via dal professore di Rune che beve al suo posto il liquido: poiché non era legato a sé, come spiegato prima, egli subisce in toto l’effetto del veleno. Fra gli strazi agonizzanti, il professor Ricci si fionda a cercare un antidoto e a curare l’amico, mentre gli altri professori intimano agli studenti preoccupati di continuare il rituale senza interruzioni, perché ha la priorità.
Una volta terminato il rituale, non appena Jacopo comincia a riprendersi dal veleno, questi viene confrontato apertamente dagli altri professori sia fisicamente che con le parole, e tutta la scuola scopre la verità: non essere stato ucciso da Alan Verse ha provocato nel professore di Rune un senso di inferiorità nei confronti della scuola e dei suoi colleghi amici, che vede come eroi poiché si sono sacrificati laddove egli è solo svenuto. Perciò li aveva convinti a farsi possedere, sperando che questa volta anche egli stesso avrebbe rischiato la vita e magari sarebbe morto per la scuola; poiché anzi egli è stato l’unico a non essere posseduto, la sua frustrazione era cresciuta a dismisura e perciò in un raptus di follia ha voluto bere il veleno così che Simone non rischiasse nulla, mentre egli era pronto a morire per salvare Mọ Atijọ.
La reazione degli altri è rabbiosa e ciascuno condivide il proprio trauma gli uni con gli altri, ma non serve a calmare le acque: Laura arriva a dire a Luigi che se quello è il desiderio di Jacopo, morire, che egli lo uccida pure; Simone interviene a fermare questa follia e Luigi stesso si rende conto di essere arrivati al limite. Il professore di Antiche Rune però è più convinto che mai e risponde loro che se non hanno il coraggio di farlo, a lui non manca di certo: punta la bacchetta contro sé stesso e fa per pronunciare l’Anatema che uccide; davanti a questa scena spiazzante, gli altri professori lo disarmano.
Avvolto ciascuno nel pianto, cercano di capirsi a vicenda: nessun è uscito indenne dalla Tempestas contro Alan Verse, e quei segni li poteranno sempre, ma ora che sono tornati a capirsi e rispettarsi il dolore è più leggero. Simone, a dimostrare l’inizio della nuova vita, getta a terra la fiaschetta di alcol: è libero da quella dipendenza. Scossi ma riappacificati, i professori si ritirano a dormire dopo aver aiutato la scuola di New Orléans.
Nel giorno finale degli esami è pronto l’oracolo del professore di Divinazione: la magia fa apparire sulla schiena della sua assistente Arianna una scritta a fuoco vivo che la ustiona e la fa urlare. Tutta la scuola può allora leggere il nome del colpevole, ben visibile:

Le Diable de la Nouvelle Orléans”, il Diavolo di New Orléans.

Con l’intento di approfondire la ricerca del colpevole, e con una profezia degli Orishas ancora da decifrare, l'anno scolastico volge al termine, nell'attesa di nuovi sviluppi.

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